Oggi il legame con il proprio territorio è per tanti designer molto importante: come e quanto le tue radici e le tue origini influenzano e sono presenti in ciò che crei?
“Tantissimo! Il mio cuore è calabrese, la mia testardaggine è calabrese. La Calabria è un posto magico, troppo sottovalutato ed invece ha un potenziale altissimo in termini di mano d’opera, ne ho già subìto tangibili effetti. Alcuni anni fa realizzai dei capi davvero esclusivi ricamati a mano che furono da subito notati in quanto riuscii a rendere contemporanei elementi estrapolati da antichi corredi.”
I tuoi capi ci riportano alla sartorialità, alla bellezza e alla sostanza di creazioni uniche, in contrasto con la voracità dell’omologante moda massiva, cotta e mangiata. Come i nuovi makers possono inserirsi oggi nella moda senza farsi soffocare dalla concorrenza delle multinazionali o dei grandi brand? Hai un consiglio per loro?
“In questi anni, in alcune situazioni, mi sono sentito raggirato e sfruttato; ora vorrei elaborare nuovi approcci. Ritengo che l’unicità della persona è indispensabile per fare progetti come capi unici: è questa secondo me la chiave e, ovviamente, persone serie che credono nel tuo potenziale senza mai metterti limiti. La moda cotta e mangiata non mi interessa, la trovo “ridicola e inutile” non in termini stilistici, di concept e sostenibilità. Che senso ha aprire un armadio e trovarci dentro 1000 capi anonimi e privi di spirito? Un capo fatto bene, anche dopo anni chiuso in un armadio, è capace di parlare semplicemente appeso ad un gruccia.”
Siamo curiosi…ci sono dei progetti in cantiere o futuri che puoi anticiparci?
“Oltre alle collaborazioni in essere, sto sviluppando con un amico due nuovi importanti progetti (che erano sogni nel cassetto): il primo mi vedrà impegnato nella creazione di due nuove esclusive linee “Mario Costantino Triolo”; il secondo progetto, molto ambizioso e correlato al primo, volgerà invece alla formazione. Basta, ho già detto troppo!!!”